Descrizione
La presente raccolta costituisce la naturale estensione della precedente mia “Racconti dalle Tagghjate” (EPD’O, 2022); quando ho creduto di aver esaurito la vena dei ricordi e delle riflessioni più intime del dedalo identitario del tessuto culturale di vita vissuta nelle e delle amate contrade natie, ecco inaspettatamente comparire, nell’ormai maturo espresso narrativo, un vivido compiuto “altro” che non poteva essere consegnato all’oblio.
Alla pari dei “Zio Chechè”, “La Cardellino”, ma anche “Io Gaburro”, “Il ritorno” e “Chiunque…”, del precedente edito, qui si ritroveranno le sedimentazioni più proprie dell’appartenenza comunitaria, ma non come autoreferenzialità, quanto, piuttosto, espresse in termini di proposta conoscitiva di specificità, da presenziare nel compartecipato della rete globale delle identità, laddove ogni individualità si colloca, con pari dignità, a fianco alle altre per costituire, tutte insieme, un’identità di territorio allargata, dialogo di contiguità, ciascuna nell’augurabile relazione di complementarietà, senza che nessuna abbia a negare il proprio essere, ma offrendo ricchezza di presenza condivisa, in un contesto di unitarietà autostrutturantesi.
Nella certezza di aver serenamente assolto a ogni dovuto, lascio al lettore la gioia di un sincero e amorevole partecipato. G. C.
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