DIARIO IN VERSI

12,00

Poesie

Riccardo Giuseppe Mereu

Pag. 65 – Form. 14,5×21

Categoria:

Descrizione

Se Riccardo Mereu  inserisce nel suo Diario in versi un tema scritto quando frequentava la seconda media all’età, credo, di dodici anni, non è certo perché egli è ancora così giovane che quel tema fa parte del suo repertorio poetico. Io credo che la giornata del contadino scritta da Riccardo bambino, così minuziosamente descritta con ammirazione dei pacati, semplici, solenni gesti dell’uomo umile, sia la chiave di lettura del “cuore” poetico di questo suo Diario in versi. Poetare, infatti, deriva dal greco “poiein” che significa fare, creare e il bambino Riccardo manipola le parole per creare il suo personaggio, evocando un mondo che deriva dalla realtà ma assume una dimensione ideale. Il contadino diventa un’idea dell’uomo e della vita, un’idea in cui la circolarità e la ciclicità dell’esistente prende forma.

Riccardo è un poeta e non si serve di speculazioni o argomentazioni per la sua metafisica, bensì di sentimenti, di cuore, di amore… L’amore dapprima brucia come un fuoco per il giovane liceale, e poi diventa tenerezza e ricordo e infine Amore, intuizione estetica, desiderio di bellezza, spinta per un viaggio verso il senso della vita.

Amore come Arte, Danza della vita, nella consapevolezza che, se la vita è un sogno e l’uomo un costruttore di sogni, è bene costruire il miglior sogno possibile.

Anna Marchi

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